ZENONE NATURA E COSMO


Zenone, allievo di Parmenide, viene presentato come un difensore delle idee del suo maestro.

I filosofi pluralisti attaccavano infatti la teoria parmenidea dell'immutabilità, unità e indivisibilità dell'essere.

Zenone difende il suo maestro, dimostrando con delle tesi contrarie a quelle eleatiche che da esse derivano conseguenze assurde.

Egli ha ideato 40 paradossi, ossia argomenti logicamente validi le cui conclusioni vanno contro l'opinione comune ed essi utilizzano una forma di dimostrazione, quella per assurdo, che consiste nell'assumere un'ipotesi e nello svolgerla fino a dedurne l'assurdo.

La conclusione proverà infine la falsità dell'ipotesi iniziale permettendo di stabilire la verità dell'opinione contraria. 

Zenone è definito inventore della dialettica(arte della confutazione).

Zenone mostra che se assumiamo la divisibilità, finita o infinita dello spazio o del tempo, ne derivano conseguenze assurde quanto al movimento.

Tra i paradossi zenoniani, quelli che hanno goduto di maggiore notorietà sono i primi tre relativi al movimento:

1)il paradosso della dicotomia: è assurdo supporre che i corpi si muovano in uno spazio infinitamente divisibile poichè se deve arrivare dal punto A al punto B non può toccare infiniti punti per poi arrivare a B 

2)il paradosso di Achille: il movimento in uno spazio continuo, ossia senza intervalli è impossibile, si differenzia da quello della dicotomia perchè qui non si procede per divisione di una grandezza ma per la somma di grandezze sempre più piccole

3)il paradosso della freccia: la freccia in volo sembra in moto ma in realtà è ferma perchè in ciascuno degli istanti in cui è divisibile il tempo impiegato nel volo la freccia occupa uno spazio determinato, ciò occupa uno spazio uguale a se stesso quando è a riposo quindi se è a riposo in ogni istante lo è anche per tutto il tempo.

Il paradosso deriva dal fatto che non ci possa essere un momento in cui avvenga il passaggio da un punto all'altro. 

Zenone afferma quindi che se il molteplice esistesse sarebbe o grande o piccolo, se le parti avessero grandezza allora l'essere sarebbe infinitamente grande e se non avessero grandezza allora non esisterebbero e sarebbero nulle.



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